Negli ultimi mesi, l’industria automobilistica è diventata uno dei settori più colpiti da attacchi informatici e violazioni di dati. Non si tratta più soltanto di danni alle infrastrutture aziendali: le conseguenze si estendono sempre più ai clienti e ai dipendenti, i cui dati personali vengono spesso sottratti e rivenduti nel dark web o sfruttati per attività fraudolente.
Il caso Renault UK
Pochi giorni fa, Renault UK ha comunicato di aver subito un furto di dati attraverso uno dei suoi fornitori terzi. Gli autori dell’attacco hanno ottenuto informazioni sensibili come nomi, indirizzi, date di nascita, numeri di telefono, dati di immatricolazione e altri dettagli personali dei clienti.
Secondo gli esperti di sicurezza, queste informazioni potrebbero essere impiegate per campagne di phishing, truffe mirate o furti d’identità, attraverso messaggi che si spacciano per comunicazioni ufficiali della casa automobilistica o di enti legali.
Una catena di attacchi in tutta Europa
L’incidente che ha colpito Renault non è isolato. Nel corso del 2025 si è verificata una lunga serie di violazioni che hanno coinvolto i principali produttori europei.
Nei mesi scorsi, Miljödata, un fornitore svedese di software HR, è stato violato con conseguente fuga dei dati dei dipendenti di Volvo North America. Nella stessa settimana, Stellantis – gruppo che controlla marchi come Jeep, Peugeot e Fiat – ha confermato un accesso non autorizzato ai dati dei propri clienti a causa di un problema su una piattaforma di terze parti.
La Germania non è rimasta immune. A settembre, BMW è stata vittima del gruppo criminale Everest, specializzato in ransomware, mentre a gennaio Volkswagen ha denunciato la compromissione dei dati di circa 800.000 proprietari di veicoli elettrici.
Il caso più discusso resta quello di Jaguar Land Rover, che ha riportato una violazione di ampia portata con ripercussioni su scala internazionale.
Negli Stati Uniti, intanto, alcuni gruppi di hacker hanno attaccato Motility, fornitore di software per concessionarie, rubando i dati di quasi 800.000 persone. Un’altra fuga di dati ha interessato una piattaforma per la verifica delle licenze dei conducenti, esponendo i documenti di oltre 10.000 autotrasportatori texani.
Il rischio di truffe e furti d’identità
Le informazioni rubate non hanno solo valore economico. I dati personali possono essere utilizzati per stipulare prestiti a nome delle vittime, aprire conti bancari falsi o persino accedere a siti illegali. Gli esperti avvertono che gli hacker spesso rivolgono la loro attenzione anche ai dipendenti delle aziende, soprattutto a quelli con ruoli di responsabilità, per ottenere ulteriori accessi o segreti aziendali.
Il 2025 ha mostrato inoltre una tendenza crescente verso lo spear phishing, attacchi mirati che sfruttano informazioni rubate per colpire individui specifici.
Come proteggersi
Chi sospetta che i propri dati siano stati compromessi può verificare eventuali violazioni controllando se le proprie email o password compaiono in database pubblici di fughe di dati. È raccomandato cambiare le password, attivare l’autenticazione a più fattori e prestare massima attenzione ai messaggi che promettono risarcimenti o offerte legate ad attacchi subiti dalle aziende automobilistiche.
In caso di dubbi, è sempre meglio contattare direttamente la società o consultare il sito ufficiale, senza cliccare su link o allegati presenti in email sospette.
Un problema di filiera
Molti degli incidenti più recenti hanno avuto origine nei fornitori o nei partner esterni. Questo evidenzia una vulnerabilità sistemica nel settore automotive, dove catene di approvvigionamento complesse e numerosi attori terzi rendono difficile il controllo totale della sicurezza informatica.
Le aziende del comparto dovranno rafforzare la gestione degli accessi, la formazione del personale e la protezione delle interfacce con i partner esterni, per ridurre la probabilità che un attacco a un singolo fornitore possa avere effetti a cascata su tutto l’ecosistema.










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