Il 66% dei viaggiatori italiani utilizza i Wi-Fi pubblici. Perché gli esperti ne sono preoccupati?

Una connessione gratuita può sembrare la soluzione più pratica per restare online durante un viaggio, ma dietro la comodità dei Wi-Fi pubblici si nascondono rischi significativi. Secondo un nuovo sondaggio condotto da Saily, app eSIM di viaggio, il 66% dei viaggiatori italiani ammette di collegarsi a reti Wi-Fi aperte mentre si trova all’estero, spesso ignorando i potenziali pericoli per la sicurezza dei propri dati.

Reti pubbliche: un varco per gli attacchi informatici

“I Wi-Fi pubblici potrebbero sembrare innocui, ma spesso mancano delle misure di protezione necessarie per garantire la sicurezza delle informazioni personali,” spiega Matas Cenys, Head of Product di Saily. “Molti hotspot non sono protetti e i dati trasmessi – dalle credenziali di accesso alle email – possono essere facilmente intercettati da chi possiede gli strumenti adeguati.”

Gli esperti definiscono i Wi-Fi aperti come punti di accesso privilegiati per i criminali informatici, che sfruttano tecniche sempre più sofisticate per infiltrarsi nei dispositivi dei viaggiatori distratti.

L’inganno dei Wi-Fi contraffatti

Tra le minacce più insidiose c’è il cosiddetto attacco “man in the middle”, in cui l’hacker si interpone fra l’utente e la rete per spiare in tempo reale le sue attività online. In parallelo, proliferano gli “evil twin”, reti contraffatte che imitano i nomi di hotspot legittimi di aeroporti, hotel o bar.

Una volta connesso, l’utente rischia di fornire inconsapevolmente password, numeri di carte di credito o dati bancari, oppure di cadere in trappole costruite ad arte come schermate di login false o richieste di pagamento per “accessi premium”. Attraverso questi canali, gli aggressori possono anche installare malware o rubare i cookie di sessione, ottenendo accesso successivo agli account dell’utente senza necessità di password.

“Non bisogna mai scaricare app o plugin che promettono di ‘sbloccare la connessione’,” sottolinea Cenys. “Lo stesso vale per i file ricevuti via AirDrop da sconosciuti: possono nascondere software malevoli, anche dietro immagini apparentemente innocue.”

Come proteggersi: le buone pratiche da seguire

Gli esperti suggeriscono alcune semplici precauzioni per evitare che un momento di svago online si trasformi in un problema di sicurezza:

  • Verifica sempre con il personale di hotel o caffè quale sia la rete Wi-Fi ufficiale, specialmente se ne compaiono più di una con nomi simili.
  • Controlla la presenza del lucchetto HTTPS accanto all’URL dei siti visitati, segno che la connessione è crittografata.
  • Usa una VPN quando ti connetti a reti pubbliche e, per le operazioni sensibili, preferisci i dati mobili o soluzioni alternative come eSIM di viaggio.
  • Disabilita la condivisione di file, AirDrop e il rilevamento automatico di rete sui dispositivi.
  • E soprattutto: evita di inserire credenziali o dati finanziari quando sei connesso a un hotspot gratuito.

Un problema globale, non solo italiano

Il sondaggio di Saily è stato condotto in Italia, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, USA, Canada, Australia e Messico, su un campione di 1.000 persone per Paese tra i 18 e i 74 anni. I risultati mostrano una tendenza comune: la connessione gratuita resta irresistibile per i viaggiatori, ma la consapevolezza dei rischi digitali rimane ancora troppo bassa.

Per chi viaggia spesso, la vera connessione sicura non è quella gratuita, ma quella protetta e sotto controllo.

Sicurezza Informatica
Lo staff di Sicurezza Informatica.