Oltre 300 milioni di euro di danni e 4,3 milioni di carte di credito compromesse. Europol e autorità di nove Paesi coordinano l’azione congiunta del 4 novembre 2025
Una vasta operazione internazionale ha colpito tre grandi reti di frode e riciclaggio di denaro che per anni hanno sottratto fondi a milioni di titolari di carte di credito in tutto il mondo. L’operazione, denominata “Chargeback”, è stata guidata dal Dipartimento per la criminalità informatica della Procura generale di Coblenza e dal Bundeskriminalamt (Ufficio federale di polizia criminale) tedesco, con il supporto di Europol ed Eurojust.
L’indagine, avviata nel 2020, ha portato a oltre 60 perquisizioni domiciliari e 18 arresti in Germania e in altri Paesi. Le autorità stimano danni diretti per più di 300 milioni di euro, mentre i tentativi di risarcimento illegittimi superano i 750 milioni di euro.
Frodi globali con 4,3 milioni di carte di credito
Secondo le indagini, le reti criminali avrebbero utilizzato i dati di oltre 4,3 milioni di carte di credito in 193 Paesi. Tra il 2016 e il 2021, i sospettati avrebbero generato circa 19 milioni di falsi abbonamenti online su piattaforme che offrivano servizi di pornografia, incontri e streaming.
Questi siti erano progettati per sfuggire all’indicizzazione dei motori di ricerca e apparivano solo tramite link diretti. Le transazioni, di importo ridotto e con descrizioni vaghe, rendevano difficile l’individuazione delle frodi da parte delle vittime.
Il ruolo dei fornitori di pagamento e delle società fittizie
L’infrastruttura finanziaria era sostenuta da quattro importanti fornitori di servizi di pagamento tedeschi, all’interno dei quali sei dirigenti e responsabili della conformità avrebbero agevolato le transazioni illecite in cambio di commissioni.
Per nascondere i flussi di denaro, i sospettati avrebbero fatto ricorso a una rete di società di comodo registrate nel Regno Unito e a Cipro, gestite da fornitori di Crime-as-a-Service che offrivano pacchetti aziendali completi, con falsi amministratori e documenti KYC.
Le autorità tedesche hanno sequestrato beni per oltre 35 milioni di euro tra Germania e Lussemburgo, tra conti correnti, immobili e criptovalute.
Cooperazione internazionale su larga scala
La giornata d’azione del 4 novembre 2025 ha coinvolto le autorità di Germania, Stati Uniti, Canada, Singapore, Lussemburgo, Cipro, Spagna, Italia e Paesi Bassi. Sono stati eseguiti numerosi mandati di perquisizione, sequestrati dispositivi e documenti e congelati beni finanziari.
L’operazione è il risultato di oltre 90 richieste di cooperazione giudiziaria in 30 Paesi, con un coordinamento diretto di Europol ed Eurojust.
Le dichiarazioni ufficiali
Catherine De Bolle, direttrice esecutiva di Europol, ha sottolineato il valore dell’azione congiunta:
“L’Operazione Chargeback è la prova dell’efficacia della cooperazione internazionale nel contrastare le reti criminali globali. Sfruttando le nostre capacità analitiche e il coordinamento transfrontaliero, abbiamo smantellato organizzazioni che frodavano milioni di utenti di carte di credito. Questo successo dimostra il nostro impegno nel rimanere al passo con l’evoluzione delle minacce digitali.”
Anche Magnus Brunner, Commissario UE per gli Affari Interni e la Migrazione, ha ribadito la necessità di un mandato ampliato per Europol:
“Oggi oltre l’85% delle indagini si basa su prove digitali. Senza accesso ai dati, la lotta alla criminalità non può essere efficace. Stiamo aggiornando il mandato di Europol per fornire alle forze dell’ordine gli strumenti necessari a proteggere i cittadini.”
Il supporto operativo di Europol ed Eurojust
Dal maggio 2023, Europol ha fornito supporto analitico e operativo, organizzando riunioni tra i Paesi coinvolti e coordinando la localizzazione dei sospettati. Durante la giornata d’azione, un esperto di crittografia è stato inviato in Lussemburgo, mentre un secondo funzionario ha operato dal centro di coordinamento di Eurojust all’Aia.
Eurojust ha inoltre facilitato la cooperazione giudiziaria con Regno Unito, Stati Uniti, Canada e Singapore, attraverso la propria rete di punti di contatto internazionali.
Le prove raccolte sono ora oggetto di analisi approfondita. Gli indagati sono accusati di frode informatica organizzata, riciclaggio di denaro e appartenenza a un’associazione criminale internazionale.










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